Ci diamo il packaging sui piedi!

Da un indagine di Coldiretti risulta che consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può tagliare fino a mille chili di anidride carbonica contribuendo ad abbattere le emissioni di gas a effetto serra. Sempre secondo Coldiretti è possibile tagliare i prezzi della spesa fino al 60% acquistando cibi e bevande sfuse.L’organizzazione calcola che metà della pattumiera nelle case è occupata dagli imballaggi dei prodotti della spesa che complessivamente generano 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. Oltre all’impatto ambientale, l’imballaggio incide profondamente sui prezzi sia sul costo del prodotto che sul trasporto. Differenze rilevanti di prezzo si riscontrano anche con i nuovi dispenser che consentono l’acquisto di alcuni prodotti con un notevole abbattimento dei costi. In alcuni casi si può persino abbattere la pervasività del packaging. Dopo il successo del distributore del latte fresco, che consente di abbattere del 60% il prezzo del latte in confezione, arriva il distributore di spremute fai da te. In più c’è il vantaggio di riutilizzare il contenitore impiegato senza doverlo gettare nell’immondizia. Un operazione che viene evitata 57 volte, a tanto ammonta il consumo medio di un italiano.
Come si può non essere d’accordo. Anche noi, che con il packaging viviamo, lo siamo.
Ma non dimentichiamo che tutti i prodotti che troviamo nei supermercati seguono logiche di mercato, da quando esiste il marketing si è prodotto rispondendo a richieste ed esigenze dei consumatori, seguendo i cambiamenti di stili di vita. E’ dannoso pensare che quello che c’è adesso è sbagliato e che quindi bisogna necessariamente tornare al passato. E’ fondamentale ripensare al packaging nella logica ecocompatibile e indispensabile da progettare insieme ai produttori. Un percorso  complesso ma che vogliamo e sentiamo di dover percorrere.