Etichettatura: si parte con le filiere suinicola e lattiero casearia

La legge approvata dal Parlamento italiano deve passare al vaglio dell’Ue per essere efficacemente attuata
(AGRA) – Dallo scorso gennaio l’Italia si è dotata di una legge sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Come annunciato dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, è iniziato dai settori suinicolo e lattiero caseario il lavoro con le filiere per arrivare ad un’efficace applicazione di una norma importante sia per i consumatori, che hanno diritto ad essere pienamente informati, sia per i produttori agroalimentari, che hanno diritto a vedere riconosciuta la qualità dei loro prodotti.
“Filiera per filiera – ha sottolineato il ministro – garantiremo sicurezza e qualità ai consumatori italiani ed europei discutendo ogni regolamento attuativo con l’Unione europea e i produttori. Del resto, l’unanimità con cui è stata approvata dal Parlamento questa legge indica chiaramente la volontà popolare al riguardo”.
Ai rappresentanti di ogni filiera sarà chiesto di inviare per iscritto al ministero le loro osservazioni su alcune questioni fondamentali per l’applicazione della legge: dall’individuazione dei prodotti alle indicazioni in etichetta, dalla tracciabilità alla prevalenza.
Il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, manifestando soddisfazione per l’approvazione della legge sull’etichettatura dei prodotti alimentari, ha sottolineato che “si è compiuto un passo in avanti per la tutela dei consumatori, anche se la legge rischia di essere inefficace sul piano operativo e potrebbe essere contestata dalla Commissione Ue. Perciò adesso bisogna affidarsi all’Europa, l’unico soggetto politico in grado di disciplinare in materia di etichettatura”.
Il rischio, infatti, è che l’Ue, come avvenuto in passato con la legge 204/2004, bocci l’iniziativa italiana, in contrasto con la direttiva sull’etichettatura 2000/13/CE che prevede l’indicazione dell’origine solo a titolo volontario per la generalità dei prodotti, mentre per altri l’informazione è già obbligatoria. A favore dell’iniziativa italiana gioca il precedente della legge sull’etichettatura obbligatoria dell’olio d’oliva inizialmente accolta con scetticismo da Bruxelles e poi approvata.