Federalimentare: Internet e innovazione nella filiera alimentare

Utilizzo delle nuove tecnologie per favorire informazione e interazione fra produzione e consumatori
L’industria alimentare mira promuovere un corretto utilizzo delle nuove tecnologie all’interno della filiera per favorire l’informazione al consumatore e l’interazione fra produzione ed esigenze dei consumatori stessi. Questo è emerso dal seminario “Internet e innovazione nella filiera alimentare” tenutosi recentemente all’Università Bocconi di Milano.
“Federalimentare – ha ricordato il presidente Filippo Ferrua – rappresenta un contesto imprenditoriale estremamente diffuso (10.000 stabilimenti) nel nostro Paese, con una prevalenza significativa di piccole e medie imprese: su un totale di 6.500 imprese, infatti, una trentina sono di grandi dimensioni, circa 250 sono di medie dimensioni e le restanti 6.220 sono di piccole, se non piccolissime, dimensioni”.
Nonostante ciò i dati sull’innovazione nel settore sono significativi: in questo periodo di crisi l’industria alimentare continua ad investire il 2% del fatturato in analisi e controllo di qualità e sicurezza, l’1,6% in ricerca e sviluppo formale ed informale di prodotti e processi innovativi, oltre il 4% in nuovi impianti, automazione, Ict e logistica.
“In questo quadro – ha aggiunto Ferrua – Internet rappresenta un vettore strategico per informare il consumatore e recuperare un dialogo continuativo che possa da una parte valorizzare le eccellenze produttive, spiegandole al consumatore, dall’altra comprendere e se possibile recepire le indicazioni provenienti dalla clientela, e più in generale dall’opinione pubblica, favorendo un incontro più soddisfacente fra domanda e offerta alimentare, anche interiorizzando alcune preoccupazioni manifestate nei network sociali e negli scambi di mail ormai così frequenti soprattutto tra i nostri consumatori più giovani”.
“I costi di Internet sono elevati ma questo non vuol dire – ha sottolineato il presidente di Federalimentare – che nel medio-lungo periodo, anche in un’ottica di un’esposizione universale come quella che sicuramente offrirà l’Expo di Milano 2015, le nostre aziende non si debbano attrezzare, soprattutto nel recuperare un dialogo diretto con il consumatore, oggi prevalentemente orientato negli acquisti e nelle motivazioni dalla distribuzione moderna, nonostante i tanti sforzi di comunicazione delle nostre strutture di marketing e relazioni esterne”.