La nostra Storia

Amore per il Design

La nostra Storia

Amore per il Design

1990

Scocca la scintilla tra una PR riminese e un designer modenese: Katia Mascia e Fabio Bignardi. Cosa possono fare insieme? Sposarsi, certo… ma anche fondare DOC Design, una società di comunicazione innovativa, nata dalla passione comune per il design e la creatività.


1991

Due cuori, una capanna e tanto entusiasmo. Arrivano i primi due dipendenti che porteremo sempre nel cuore: Emanuela Brancolini e Claudio Piccinini.
Ci destreggiamo tra eventi e campagne pubblicitarie. Il nostro primo evento ospita Vittorio Sgarbi: dopo quello, abbiamo capito che potevamo organizzare davvero di tutto.


1992

Un incontro fortunato cambia le prospettive: Robert Davie, direttore di una rinomata agenzia creativa londinese, crede in noi.
Con lui nasce Bignardi&Davie a Londra.
Ci apriamo al mondo del packaging design e della corporate identity, firmando progetti per brand come Datalogic, Impact e Terraseis.
Da qui inizia un nuovo capitolo.


8 anni di passione

Firmiamo progetti per il Gruppo La Rinascente, Trony, Fininvest, Standa, Interdis, Conad.
Nascono i marchi e l’identità di Raggio di Sole e Ladybird House.
Ci occupiamo della comunicazione interna per i nuovi uffici postali di Poste Italiane con il progetto PT Dhop.

Cominciamo a collaborare con realtà come Aspiag, Acqua e Sapone, Lavazza.


2000

Il mercato della private label esplode in Italia.
Noi siamo in prima linea, al fianco delle più importanti insegne della grande distribuzione.
Il nostro team cresce, gli spazi si ampliano, le sfide diventano opportunità e i riconoscimenti iniziano ad arrivare anche dall’estero.


Altri 8 anni di passione

Un nuovo livello di complessità, una nuova era per la MDD

Sono anni di grande fermento: la Marca del Distributore in Italia raggiunge finalmente la sua piena maturità.
Ma con la crescita, arriva anche una sfida quotidiana per chi lavora dietro le quinte: gestire e controllare l’intero processo di progettazione del packaging, fino alla realizzazione, diventa un vero e proprio incubo operativo per responsabili MDD e i loro team.

In questo contesto sempre più complesso, il gruppo di lavoro di DOC Design si trova a dover ridefinire il proprio metodo.
I progetti aumentano esponenzialmente, non solo quelli nuovi, ma anche quelli che richiedono una manutenzione costante, aggiornamenti, versioning, adattamenti per linee prodotto e canali diversi.

Entrano nel nostro portafoglio clienti realtà di primo piano della GDO come Sigma, Italy Discount ed Eurospin, che ci affidano progetti sfidanti, spesso con tempistiche serrate e requisiti altissimi.

Ma sono anche gli anni della svolta, quelli in cui iniziamo a costruire le fondamenta del nostro metodo di gestione evoluto, che trasformerà radicalmente il modo di progettare packaging design. Un approccio che ci porterà a DOCpack… e poi a Haia.


2008

Progettiamo INTRANETDOC, un sistema unico che rivoluziona il nostro metodo di lavoro nel packaging design.
Una piattaforma in grado di monitorare, 24 ore su 24, ogni fase del processo creativo.
Un’innovazione che ci fa letteralmente spiccare il volo.


2010

Collaboriamo con grandi brand dell’industria alimentare: Unigrà, Morato, Rodolfi, Saclà, Montorsi, Toschi, Eridania, Newlat, Norlax, Sacme, Tessieri, Fratelli Branca.

Le università ci cercano: portiamo la nostra esperienza nelle aule dello IED di Milano e Roma, del Politecnico di Milano, dell’Università di Ferrara e Parma, della LUMSA di Roma, della Libera Università delle Arti e del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna.


2020

Un anno che nessuno potrà mai dimenticare.
Un momento di riflessione profonda, di cambiamento.
Dopo 30 anni vissuti nel mondo del packaging, ci siamo detti: in questo settore dove tutti fanno tutto, noi ci sentiamo supereroi.
Perché allora non mettere la nostra esperienza a disposizione di tutti?


2021

Nasce DOCpack.
Una web app che racchiude tutta la nostra metodologia, pensata per le aziende di produzione che ogni giorno affrontano le complessità della progettazione del packaging.
Con DOCpack, ogni fase – dalla creatività alla stampa – si gestisce interamente da remoto, con controllo e chiarezza.


2023

Chi si ferma è perduto.
Noi non ci fermiamo mai.
Restiamo fermi solo su una cosa: le nostre idee 🙂

A Modena, città dinamica per vocazione, ci reinventiamo ancora: la sede legale resta in via Rainusso 144, ma quella operativa si sposta.
Ci trasferiamo in una ex officina vicino al centro: un tempo si costruivano carrozzerie, oggi, grazie a noi, contenitori molto più piccoli, ma straordinari. Ricchi di creatività e funzionalità, proprio come la nostra terra.


2024

Perché lavorare 5 giorni alla settimana?

Nel packaging il tempo è una misura della qualità, ma non sempre la quantità fa la differenza.
Dopo anni di 40 ore settimanali, ci siamo chiesti: e se provassimo con 4 giorni?
L’abbiamo fatto. Per 2 mesi.
Il risultato? Sorprendente: stessi risultati, se non migliori.

Oggi in DOC Design si lavora dal lunedì al giovedì.
La qualità della vita dei nostri collaboratori è direttamente proporzionale alla qualità del lavoro.
Perché sì, anche se facciamo un lavoro stimolante, creativo ed entusiasmante… è pur sempre un lavoro.
E meritiamo il tempo per ricaricarci.

Ma solo per quattro giorni alla settimana 😉


2025

Sta arrivando Haia. L’evoluzione di DOCpack.

Alla fine di quest’anno nascerà Haia: il futuro della progettazione nel packaging design.
Stiamo lavorando per completare ciò che mancava a DOCpack, per offrire finalmente un workflow integrato, completo, capace di accompagnare il lavoro dei designer fino alla sua piena valorizzazione e conservazione nel tempo.

Il nome Haia, o Haya, viene da lontano. È una divinità sumera minore, sposo di Nisaba, dea della saggezza, della scrittura e della letteratura.
Venerato come dio dei magazzini, guardiano delle porte, protettore degli scribi, Haia custodiva con cura ogni parola scritta, ogni messaggio tracciato nel tempo.

Chi meglio di Haia può oggi rappresentare la figura che garantisce, protegge e tramanda il lavoro dei designer?
Haia sarà il custode del nostro sapere, il punto fermo che mancava nel processo: la memoria viva del design, sempre accessibile, sempre protetta.